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San Michele Arcangelo

Monterone - FORIO (NA)


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Agenda della Parrocchia

LA DOMENICA - 24 novembre 2024  Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo

Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».

Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce»

34 domenica TO B Cristo Re

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Quando la festa di Cristo Re fu istituita nel 1925, da Pio XI, la Chiesa e il mondo erano in una situazione molto diversa da quella odierna. 

L'obiettivo dichiarato di Pio XI è combattere il secolarismo che nei primi decenni del Novecento aveva imperversato, ad esempio, in Spagna, Portogallo e Messico, portando agli eccessi una tendenza anticlericale già in voga da un secolo e mezzo in tutta Europa e sognando, tra le righe, un possibile ritorno della Cristianità. 

In ogni caso, la festa di Cristo Re assunse così un carattere trionfale. Nelle chiese piene e nelle piazze piene, nelle lunghe processioni, risuonava il canto 'Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat'. Oppure “Qual falange di Cristo Redentore… al tuo cenno alla tua voce, un esercito all'altar…”.

La festa di Cristo Re è una festa recente, ma l’equivoco con il titolo di Cristo Re nel corso della storia della Chiesa è antico.

Lungo i secoli siamo passati da Cristo Re ai Cardinali principi della Chiesa, con la cappa magna di 12 metri e poi di 6 metri, e ancora al vescovo-conte fino ad arrivare al Papa-Re e allo Stato Pontificio. 

E si dimenticò che la Chiesa era nata quando Pietro disse: “Non ho né argento né oro. Ti do la sola cosa che possiedo, il nome di Gesù”. Si dimenticò che il Papa era, come si definiva San Gregorio Magno, il ”servitore dei servitori di Dio”. 

Il periodo della Chiesa trionfante durò, però, fino al Concilio Vaticano II negli anni '60, quando tutto questo sistema è letteralmente crollato, e forse noi non ce ne siamo ancora accorti.

“Quella che stiamo vivendo, diceva Papa Francesco ai Cardinali qualche anno fa, non è semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento di epoca. Non siamo più in un regime di cristianità perché la fede – specialmente in Europa, ma pure in gran parte dell’occidente – non costituisce più un presupposto ovvio del vivere comune, anzi spesso viene perfino negata, derisa, emarginata e ridicolizzata, a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone”.

Ora la Chiesa sta affrontando innumerevoli difficoltà e sta diventando sempre più e un po’ dovunque una minoranza. E tutti gli scandali venuti alla luce all'interno della Chiesa negli ultimi tempi ci dovrebbero rendere molto meno arroganti e molto più umili. Forse è per questo che ora siamo in grado di comprendere meglio il vero contenuto e significato della regalità di Cristo, della festa di Cristo Re

E allora che significa la festa di Cristo Re? Basta uno sguardo alla croce per capirlo. Non conosciamo nessun Cristo Re se non quello che è appeso alla croce. Uno strano re davvero. Il trono è una croce, la corona è di spine. Se vuoi sapere cosa significa per Cristo essere Re, devi guardare lì, alla croce. Da nessuna parte è un re se non lì. 

IN EVIDENZA

ASSEMBLEA CITTADINA


la popolazione di Monterone è invitata a partecipare ad un’ASSEMBLEA CITTADINA per discutere sulla situazione del terreno sito dietro la Cittadella della Carità a Rione Umberto I.

Quando: Mercoledì 4 dicembre 2024 a partire dalle ore 18.30/18.45

Dove: Nella sala della parrocchia San Michele Arcangelo a Monterone

Sappiamo tutti che la “requisizione” del vecchio asilo di Don Pasquale è stata vissuta come una vera e propria spoliazione della parrocchia perché né la comunità di Monterone né gli organi parrocchiali furono interpellati sull’opportunità di una tale alienazione dei beni parrocchiali, fatta attraverso un comodato d’uso di 30 anni firmato il 1 aprile 2021.

Ancor meno furono ascoltati sulla validità e sull’utilità di una tale struttura della Cittadella della Carità su questo territorio. Una struttura piovuta dall’alto e copiata sui modelli di quelle delle grandi città che qui non servono e che rimangono per lo più inutilizzate. 

Rimaneva il terreno posto dietro la Cittadella che poteva essere utilizzato a favore della popolazione del territorio. Era stato fatto un progetto che doveva trasformare il terreno in un “polmone verde” e in “spazio di socializzazione” per il territorio di Monterone, con:

    • un campetto polivalente per le diverse attività sportive esterne, 

    • un campo di bocce per gli adulti, 

    • uno spazio verde con alberi e aiuole e attrezzato per le mamme e i giochi dei più piccoli, con panchine

    • una sala polivalente e multi-spazi per i diversi laboratori per bambini e adulti

La Caritas si era impegnata a finanziare e a far realizzare questo progetto. Avevano chiesto i nostri suggerimenti che abbiamo apportato. Ma dopo due anni di attesa, di questo progetto si sono perse completamente le tracce nelle nebbie della solita burocrazia…

Dopo due anni e dopo tante richieste, vengono oggi tirati in ballo anche “fantomatici” problemi legati a un non ben precisato “piano urbanistico”, problemi e difficoltà che due anni e mezzo fa sembravano non esistere…!

Noi crediamo che trasformare quel terreno in un “polmone verde” e in uno “spazio di socializzazione” per Monterone rimanga ancora una priorità per il nostro territorio, perché non è possibile che a Monterone non ci sia un piccolo spazio verde e che i bambini siano costretti a tirare quattro calci a un pallone in mezzo alle auto del parcheggio...

Siete perciò tutti invitati a partecipare a questa riunione per far sentire la voce della comunità di Monterone. 

IN EVIDENZA - Rifacimento del tetto della Chiesina "Regina delle rose"

Vedi

  • L'insegnamento sociale della Chiesa

Chi, approfittando della diffusa mancanza di lavoro, «sfrutta la gente» e la costringe ad accettare contratti iniqui, in nero, trafficanti che «ingrassano in ricchezza» e vivono come «vere sanguisughe», vivono «del sangue della gente. E questo è peccato mortale»... 

Il lavoro precario è una ferita aperta per molti lavoratori, che vivono nel timore di perdere la propria occupazione... Precarietà totale. Questo è immorale. Questo uccide: uccide la dignità, uccide la salute, uccide la famiglia, uccide la società... 

Quello che ti dà dignità non è portare il pane a casa, puoi prenderlo dalla Caritas. Quello che ti dà dignità è guadagnare il pane, e se noi non diamo alla nostra gente, agli uomini e alle donne, la capacità di guadagnare il pane, questa è un’ingiustizia sociale. (Papa Francesco)

Per approfondire, consulta il Compendio della dottrina sociale della Chiesa

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