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LA DOMENICA - 30 marzo
...Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato...
4 domenica di Quaresima C - LAETARE
vai alle lettureIl finale della storia rimane aperto. E se leggiamo attentamente, dobbiamo ammettere che questa bella parabola non è poi così semplice come sembra.
La storia non dice se il figlio maggiore entra nel salone della festa. Certamente, il figlio maggiore sta davanti a una porta aperta. Anche lì ci troviamo di fronte a una scelta. E c'è anche il padre che aspetta il figliol prodigo e che prende sul serio il maggiore e lo lascia scegliere.
Un padre che è misericordioso e allo stesso tempo che lascia all'uomo la propria libertà. E un tale padre, un tale Dio, che libera e lascia scegliere l'uomo, è più che mai assente dalla nostra cultura.
Forse, seguendo la parabola dei due figli perduti, possiamo parlare anche del Padre perduto. Naturalmente il Padre non si è perso. Ma il nostro tempo ha perso di vista quel Padre, fuori dal nostro cuore. E molte persone nel nostro tempo non si rendono conto di quello che perdono.
Perché il conto di quel padre perduto è molto pesante. Senza un Dio che ama e porta l'uomo nella sua piccolezza ma anche nella sua libertà, la società diventa dura, senza cuore, senza pietà e certamente senza prospettive.
Una società in cui conta solo la prestazione e l’efficienza, diventa così una società in cui essere piccoli, fallire o cadere non è affatto permesso. La piccolezza e la debolezza diventano tabù. E questo è disumano, contrario al Vangelo.
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